
Il rogo di Livorno. Il rogo d’Europa
Benvenuti a Livorno, città europea! Vedrete famiglie Rom che vivono sotto i ponti, esseri umani senza alcuna assistenza, senza alcun programma di inserimento sociale, di acceso al lavoro e a una vita dignitosa. Aggressioni razziali perpetrate da intolleranti impunite e protette. Violazioni della dignità e della libertà di persone innocenti e addirittura di vittime della povertà , del’inadeguatezza delle istituzioni, del pregiudizio.-
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Il trattamento che la città di Livorno e altre città italiane riservano ai Rom è una violazione integrale della Dichiarazione di Copenaghen del 1993, sottoscritta anche dall’Italia, che protegge le minoranze culturali.
Famiglie che vivono sotto i ponti, esseri umani senza alcuna assistenza, senza alcun programma di inserimento sociale, di acceso al lavoro e a una vita dignitosa. Aggressioni razziali perpetrate da intolleranti impunite e protette. Violazioni della dignità e della libertà di persone innocenti e addirittura di vittime della povertà , dell’inadeguatezza delle istituzioni, del pregiudizio. Istigazioni al’odio razziale provenienti da figure istituzionali e organi di informazione.
La sociologa ungherese Angela Kocze spiega molto bene questo fenomeno persecutorio, che definisce "una strana schizofrenia nella politica europea riguardo ai Rom (e l’italia si trova all’ultimo posto, nella triste classifica dei paesi antinomadi).
Da una parte, gli occhi fissi sui nuovi Paesi membri, l’UE esorta a rispettare i diritti delle minoranze culturali (e i Rom lo sono, al di là dei giochi di parole dei razzisti), dal’altra l’incapacità di pretendere lo stesso dai vecchi Paesi membri. Vi è una spaventosa ignoranza riguardo al concetto di 'minoranza nazionalè e i politici non sanno, per esempio, se gli immigrati che fanno parte di una minoranza culturale, come gli arabi, i curdi, i turchi o i rom, ne facciano parte".