
L’idiota e idotizzante dittatura Facebook non ha il diritto di censura, intervento, giudizio e punizione che si arroga
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Con anni di subdolo e subliminale lavoro di lima sui cervelli della gente, Facebook ha creato una subcultura “addomesticando” le masse al suo volere, una frustata virtuale (avvertimento o sospensione della pagina) qui, una frustatina virtuale là e pian piano, come le pecore che hanno paura di prendere la scossa elettrica del filo spinato, hanno incanalato il gregge ad accettare quello che loro, arbitrariamente e senza alcun diritto di poterlo fare, ritengono che sia giusto, secondo un loro modello e questa è una grave imposizione. Molte persone sono impaurite dal potere di queste aziende, per il fatto che questi strumenti di comunicazione siano diventati essenziali per i contatti con gl’altri esseri umani e se te lo tolgono, perdi questa possibilità di comunicare con la società; è l’insolazione, quasi il carcere, perché tagli fuori un individuo dalla vita e dalla comunicazione virtuale che ormai è parte della quotidianità e questo è un potere enorme. Ma la società contemporanea è ormai talmente assuefatta e vidiotizzata che accetta il fatto che dei social come Facebook, che sono solo delle aziende, possano in modo arbitrario intervenire, giudicare e punire, tramite la sospensione o la chiusura della pagina, creando quindi di fatto una esclusione sociale secondo la loro legge, fabbricata su un modello che loro ritengono giusto ma che non è e non può essere universale. Gli “utenti”, ormai quasi videodipendenti dallo schermo e ai quali manca solo un’antenna piantata direttamente nel cervello per completare il quadro, accettano in modo passivo il fatto che per contestare le decisioni di aziende come Facebook, l’unico modo è di passare da un tribunale, anche perché la loro amministrazione ignorante e strafottente (quella di Facebook), molto semplicemente non risponde ai messaggi. Ma se il mondo non fosse sempre più vidiotizzato fino a raggiungere i livelli governativi, questa situazione di dittatura da parte di certi social, come appunto Facebook, non sarebbe accettata e non sarebbe legale, perché la firma virtuale di accettazione delle loro condizioni d’uso e delle loro regole non ha nessun valore, in quanto è imposta e non è trattabile, o firmi o sei tagliato fuori. Ma cosa ancora più importante, il loro giudicare, censurare e le loro punizioni sono assolutamente illegali ovunque esista ancora la semplice logica, in quanto nessun Governo mondiale ha delegato Facebook o altri social network affinché assurgesse a tribunale; quindi la logica dice semplicemente che dovrebbe essere Facebook a portarti davanti a un tribunale di Stato se vuole prendere dei provvedimenti nei confronti dei suoi utenti e non l’utente a dover portare Facebook in un tribunale per ottenere giustizia; solo degli idioti possono accettare che una azienda privata si permetta di stabilire cosa sia giusto o non giusto; solo degli idioti possono accettare di essere giudicati da un social network, perché qualsiasi comportamento asociale o anche criminale deve essere giudicato solo da un tribunale vero e proprio ed è inammissibile che sia comunemente accettato che un social si possa arrogare quel diritto, perché non lo ha. Inoltre esiste un senso generale di rassegnazione perché perdipiù Facebook e i suoi simili aziendali, si nascondono dietro a degli algoritmi informatici, quindi c’è la sensazione di dover fare una guerra ai robot quando protesti per una imposizione, solo che questi algoritmi hanno sempre dietro un essere umano responsabile per averli decisi, richiesti o programmati; non è un robot a governare l’azienda, quindi chi rappresenta l’azienda e l’amministra ai vari livelli, rimane responsabile e conseguentemente sono assolutamente responsabili di un vastissimo abuso di potere e soprattutto di essersi arrogati poteri giudiziari che non gli competono, anche nei casi, come quello della Repubblica Italiana, dove è la Polizia a gestire pseudo-segretamente il sito, perché il fatto che sia un social di un’azienda privata non muta, anzi l’abuso in questi casi è maggiore perché sono delle istituzioni a violare dei diritti. La cosa più ridicola è che esistano Stati e governi succubi di una situazione che, essendo di parte, influisce nell’andamento delle cose, politica inclusa. Tutto ciò a mio avviso è semplicemente idiota, inammissibile e illegale, perché nessuna Nazione ha mai accettato che uno Stato delegasse a un’azienda come Facebook un potere sostanzialmente giudiziario.
Matteo Cornelius Sullivan