
OGGI AL VOTO PER LE PRESIDENZIALI IN UN PAESE IN BILICO
Prime Minister is greeted and welcome by elderly mother
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SRI LANKA, Oltre 13 milioni di aventi diritto al voto sono chiamati oggi a scegliere il nuovo presidente dello Sri Lanka, in un momento tra i più delicati della storia del paese.
Fino a due giorni fa erano 13 i candidati in lizza, ma 4 si sono ritirati alla vigilia annunciando l’appoggio all’attuale primo ministro Mahinda Rajapakse, considerato uno dei due principali aspiranti alla massima. Fedelissimo della presidente uscente Chandrika Kumaratunga, ha la sua base elettorale nelle forze di sinistra e tra quelle più spiccatamente nazionaliste, ostili a una soluzione federale per il conflitto interno tamil, che si protrae da oltre un ventennio. L’altro candidato di spicco è Ranil Wickremesinghe, capo del Partito Nazionale Unito al governo nella passata legislatura e principale rivale politico di Kumaratunga; ha l’appoggio della piccola e media borghesia, che in lui vede un sostenitore delle politiche liberali e in veste di primo ministro è stato il fautore dell’ultimo tentativo di processo di pace con i ribelli delle ’Tigri per la liberazione della patria tamil’ (Ltte), avviato nel 2002 ed entrato in stallo nell’aprile dell’anno successivo. Oltre 10.400 seggi elettorali sono stati allestiti in gran parte del paese, ma gli abitanti nelle regioni nord orientali sotto il controllo del Ltte per votare dovranno recarsi nelle zone governative. La commissione elettorale prevede di poter dare il risultato delle consultazioni già venerdì mattina.
Chiunque sarà scelto per ricoprire con un mandato settennale la carica di capo dello Stato dovrà affrontare due gravi crisi rimaste disattese anche a causa di una forte conflittualità politica in parlamento: il processo di pace con i ribelli tamil " con i quali la tregua va facendosi sempre più fragile mentre si susseguono omicidi politici e scontri armati " e la ricostruzione nelle aree colpite dallo tsunami del 26 dicembre scorso, in particolare nelle regioni nordorientali abitate dalla minoranza tamil e già provate dalla guerra. Proprio la mancanza di un accordo con i ribelli avrebbe finora impedito il pieno utilizzo delle risorse stanziate dai donatori internazionali a favore delle popolazioni colpite. [BF]
Fonte: misna@misna.org