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2022-01-26 12:40:57
Mercoledì 12:59:02
Gennaio 26 2022

Situazione della sicurezza europea: non c'è posto per "sfere di influenza" nel XXI secolo

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Il Consiglio ha approvato oggi conclusioni sulle priorità dell'UE nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani nel 2022, nelle quali si ribadisce l'impegno dell'UE a rispettare, proteggere e garantire i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto con uniformità e coerenza in tutti i settori della sua azione esterna e a sostenere il sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite quale pietra angolare della sua azione esterna. L'UE affronterà i rischi emersi di recente per i diritti umani, quali le minacce ibride, i rischi inerenti agli sviluppi tecnologici e ai cambiamenti climatici, nonché le conseguenze persistenti della pandemia di COVID-19.

In occasione del 20º anniversario dell'entrata in vigore dello Statuto di Roma, l'UE ribadirà il suo sostegno risoluto alla Corte penale internazionale e riaffermerà il suo impegno a combattere l'impunità e garantire giustizia alle vittime. L'UE continuerà altresì a chiedere a tutti gli Stati di rispettare il diritto internazionale dei diritti umani e di concedere alle Nazioni Unite e ai meccanismi di monitoraggio dei diritti umani un accesso incondizionato e senza restrizioni nei loro territori.

L'UE continuerà a monitorare la situazione dei diritti umani a livello globale e a denunciare le violazioni e gli abusi dei diritti umani ovunque siano commessi. Inoltre riconoscerà gli sviluppi positivi registrati nell'ambito dei diritti umani e continuerà a perseguire la cooperazione con tutti i paesi e le organizzazioni regionali.

Le conclusioni del Consiglio sulle priorità dell'UE nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani sono approvate annualmente.

Conclusioni del Consiglio sulla situazione della sicurezza europea, 24 gennaio 2022


Protezione e promozione dei diritti umani

Nel 2000 il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio hanno pubblicato la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Si tratta di un documento che sancisce i diritti e le libertà fondamentali riconosciuti dall'Unione europea.

Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona nel 2009, i diritti, le libertà e i principi enunciati nella Carta sono diventati giuridicamente vincolanti per l'UE e per gli Stati membri in sede di attuazione del diritto dell'UE.

Il trattato prevede inoltre che l'Unione europea aderisca alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Il trattato di Lisbona stabilisce l'obbligo di:

  • rispettare i diritti fondamentali all'interno dell'Unione europea
  • promuovere e consolidare i diritti umani nell'azione esterna dell'UE

Il Consiglio assicura che, nell'elaborazione della legislazione e delle azioni dell'UE, si tenga conto dei diritti fondamentali. Si adopera inoltre per la promozione dei diritti umani nelle relazioni con i paesi terzi e le istituzioni internazionali, nonché nella negoziazione di accordi internazionali.

I diritti umani nell'UE

La tutela dei diritti fondamentali è una questione orizzontale che riguarda tutti i settori di attività dell'UE. Ciò significa che tutti gli organi del Consiglio devono prendere in considerazione tali diritti nel loro lavoro, a prescindere dal loro livello o dai temi di loro competenza.

Oltre a ciò, tutte le questioni direttamente connesse ai diritti fondamentali sono trattate da un organo specializzato, il Gruppo "Diritti fondamentali, diritti dei cittadini e libera circolazione delle persone" (FREMP).

I principali settori di intervento del Consiglio in materia di diritti fondamentali includono:

  • l'attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
  • l'adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo

Attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea

Ove necessario, l'UE adotta atti legislativi volti a garantire la protezione dei diritti sanciti dalla Carta. Ciò vale per questioni quali il diritto a un processo equo e la protezione dei dati personali.

Nel 2019, in occasione del 10° anniversario dell'entrata in vigore della Carta, il Consiglio ha adottato conclusioni. I ministri dell'UE hanno invitato a compiere maggiori sforzi per attuare la Carta e sensibilizzare l'opinione pubblica.

Hanno inoltre ricordato l'azione del Consiglio in vari settori, fra cui in relazione ai tre punti principali indicati di seguito.

1. Relazione annuale della Commissione sull'applicazione della Carta

Nel giugno di ogni anno la Commissione presenta una relazione annuale sull'applicazione della Carta grazie alla quale il Consiglio ha la possibilità di organizzare un dibattito annuale su di essa.

Dopo uno scambio di opinioni, il Consiglio adotta conclusioni sulla relazione della Commissione. In generale le conclusioni del Consiglio riguardano diverse questioni, tra cui la non discriminazione, i diritti in materia di di asilo e migrazione, i diritti del minore, il razzismo e la xenofobia nonché la violenza contro le donne.

Nel 2020, al posto della tradizionale relazione annuale, la Commissione ha presentato una nuova strategia per rafforzare l'applicazione della Carta.

2. Cooperazione con l'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali

Il Consiglio mantiene una stretta cooperazione con l'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali, assicurando, tra l'altro:

  • l'adozione della base giuridica e del quadro pluriennale dell'Agenzia
  • il seguito da dare alla relazione annuale e ad altri studi e relazioni dell'Agenzia pertinenti per i lavori del Consiglio

La relazione annuale dell'Agenzia funge anche da base per le discussioni in sede di Consiglio al fine di redigere conclusioni sull'attuazione della Carta.

3. I diritti fondamentali nella procedura legislativa

Tutti gli organi preparatori del Consiglio devono assicurare il rispetto dei diritti fondamentali in tutti i testi che discutono. Per maggiore facilità, il Gruppo FREMP ha elaborato, in collaborazione con il Servizio giuridico del Consiglio, una serie di orientamenti per il controllo di compatibilità con i diritti fondamentali. Tali orientamenti sono stati aggiornati da ultimo nel 2014.

Adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo

Adottata nel 1950, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo è stata ratificata dai 47 paesi membri del Consiglio d'Europa. Tutti e 27 gli Stati membri dell'UE sono parti della Convenzione.

Al fine di garantire che l'UE e il diritto dell'UE siano soggetti alle stesse norme degli Stati membri, il trattato di Lisbona sancisce l'obbligo per l'Unione europea di aderire alla Convenzione.

L'adesione completerebbe la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini dell'UE e rafforzerebbe i valori fondamentali. Migliorerebbe inoltre l'efficacia del diritto dell'UE e la coerenza della protezione dei diritti fondamentali in Europa.

Il 18 dicembre 2014 la Corte di giustizia dell'UE ha espresso un parere negativo in merito alla compatibilità del progetto di accordo con i trattati UE. È in discussione una nuova soluzione che consente di soddisfare l'obbligo di adesione stabilito dal trattato e tiene conto di tutti i rilievi mossi dalla Corte nel suo parere.

I diritti umani al di fuori dell'UE

Il rispetto dei diritti umani è un elemento fondamentale di tutte le relazioni dell'UE con i paesi terzi e le istituzioni internazionali.

Ad esempio, tutti i trattati e gli accordi firmati dall'UE devono essere conformi ai diritti umani definiti dalla Carta dell'UE. Ciò significa che tutti gli organi del Consiglio che si occupano di affari esteri devono integrare i diritti umani nelle loro attività.

In aggiunta, la promozione dei diritti umani è anche di per sé una priorità. Il piano d'azione per i diritti umani e la democrazia, adottato nel novembre 2020 per il periodo 2020-2024, costituisce il riferimento orientativo per i lavori dell'UE in questo settore.

Un organo specializzato del Consiglio, il Gruppo "Diritti umani" (COHOM), si concentra sugli affari internazionali direttamente connessi ai diritti umani.

Fra i principali aspetti del lavoro del Consiglio in materia di diritti fondamentali sono inclusi:

  • la fissazione delle priorità dell'UE nelle sedi ONU competenti in materia di diritti umani
  • l'adozione di orientamenti tematici per sostenere l'azione esterna dell'UE
  • l'avvio di dialoghi sui diritti umani con i paesi terzi
  • l'adozione di una relazione annuale sui diritti umani e la democrazia

Fissazione delle priorità dell'UE nelle sedi ONU

Il Consiglio approva anche le priorità dell'UE in sede di Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Nel luglio 2020 il Consiglio ha adottato le priorità dell'UE per la 75ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tra cui diversi punti in materia di diritti umani.

Il Consiglio è incaricato di definire le priorità strategiche dell'Unione europea nelle sedi ONU competenti in materia di diritti umani. A tal fine, una volta all'anno adotta conclusioni che definiscono le principali linee d'azione dell'UE per i mesi successivi.

Nel 2021 l'UE ha continuato a:

  • promuovere e proteggere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto
  • denunciare le violazioni e gli abusi dei diritti umani, ovunque essi siano commessi
  • garantire che tutti i diritti umani restino al centro della sua risposta alla pandemia di COVID-19 e degli sforzi di ripresa a livello mondiale
  • utilizzare tutti gli strumenti e tutte le sedi disponibili per adempiere ai suoi impegni in materia di diritti umani e promuovere i diritti umani a livello globale

Adozione di orientamenti tematici

Il Consiglio, inoltre, elabora e adotta orientamenti tematici che sostengono l'azione esterna dell'UE e forniscono ai funzionari dell'UE informazioni pratiche su come contribuire a promuovere diritti specifici.

Avvio di dialoghi sui diritti umani

L'Unione europea, tramite il suo servizio per l'azione esterna, svolge dialoghi regolari in materia di diritti umani con i paesi terzi. Ogni dialogo è stabilito conformemente alle linee direttrici dell'UE per i dialoghi in materia di diritti umani, adottate dal Consiglio nel 2001 e aggiornate l'ultima volta nel 2008.

Sulla base delle suddette linee direttrici, qualsiasi decisione di avviare un dialogo richiede prima una valutazione della situazione dei diritti umani nel paese interessato. Tale valutazione è effettuata dal Gruppo "Diritti umani", in coordinamento con altri gruppi pertinenti.

Dopo la definizione degli obiettivi da raggiungere e una serie di colloqui esplorativi con il paese, il Consiglio prende una decisione definitiva sull'avvio del dialogo mediante l'adozione di conclusioni.

Relazione: diritti umani e democrazia

Tutti i lavori e i risultati ottenuti dall'UE nella promozione dei diritti umani attraverso la sua azione esterna sono descritti nella relazione sui diritti umani e la democrazia che il Consiglio adotta una volta all'anno.

Il 15 giugno 2020 il Consiglio ha adottato la relazione annuale dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2019.

Regime globale di sanzioni in materia di diritti umani

Nel dicembre 2020 il Consiglio ha adottato una decisione e un regolamento che istituiscono un regime globale di sanzioni in materia di diritti umani. Per la prima volta l'UE potrà colpire le persone, le entità e gli organismi responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo, coinvolti in tali atti o ad essi associati, indipendentemente dal luogo in cui si sono verificati.

Il quadro relativo a misure restrittive mirate si applica ad atti quali il genocidio, i crimini contro l'umanità e altre gravi violazioni o abusi dei diritti umani.

link: www.consilium.euro...icies/human-rights/

Source by Unione europea

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