
Domenica 20 luglio la neonata «Rete Anti Razzista Salento» sarà a Lecce in Piazzetta de Pace
View 175.1K
word 630 read time 3 minutes, 9 Seconds
Lecce: Domenica 20 luglio la neonata ReteAntiRazzistaSalento sarà a Lecce in Piazzetta de Pace (accanto la scuola Cesare Battisti) dalle ore 18.00 in poi per proporre alla città riflessioni, immagini, storie e suoni dal campo ROM, attraverso l’intervento " anche teatrale - di molte associazioni leccesi e della provincia.
La rete antirazzista salentina ritiene che opporsi al provvedimento legislativo di schedatura dei bambini rom sia un dovere civico, morale, culturale e politico.

Riferimenti:
reteantirazzistasalento[at]yahoo.com.
tel.320.0740257 - 329.6931041

l’ascesa delle destre, la relativa risonanza dei media e la quasi totale assenza di concrete politiche di interazione sociale ad opera delle sinistre negli anni precedenti, ci vedono complici e spesso protagonisti di una nuova, rapida e preoccupante deriva razzista e xenofoba nel Paese.

Alcune realtà associative - come anche singoli individui - si sono sentite "chiamate" ad esserci, a "fare qualcosa", a ricompattarsi, costituendo anche nel Salento, come in altre zone d'Italia, una Rete Antirazzista.

Hanno attualmente aderito, oltre che molti
singoli soggetti, le seguenti associazioni:

1. Associazione Vellazerimi
2. Ass. Mediterranea Onlus
3. Comitato per la difesa dei diritti degli immigrati
4. Associazione Indiani non residenti
5. Ass. Senegalese Guy gi Il Baobab
6. Astragali Teatro
7. Ass. Josè Marti
8. Ass. Al Mohajira
9. Arci Provinciale
10. Ass. dei Tamil in Italia
11. Ass. Arte Brasil
12. Ass. Equador Donne nel Mondo
13. Comunità Cingalese
14. Ass. Somala- Eritrea - Etiope
15. Movimento politico culturale "La Svolta" di Salice Salentino
16. Officine Culturali Ergot
17. Ass. Mijikenda Cultural Troupe
18. Bottega del Commercio Equo Solidale_Lecce
19. Ass. Donne Senegalesi "La Linguere"
20. Arci Zei
21. Naemi_Forum di donne native e migranti
22. Ass. Filippina
23. Ass. Pakistana
24. Ass. Marocchina "AL Amal"
25. CLOWN DI PACE 
26. SPECIMEN TEATRO
Comunicato
“non toccate i bambini Rom!”
Da qualche mese l’Italia è nefasto palcoscenico, di eventi xenofobi di estrema violenza, motivati maggiormente dall’odio razziale nei confronti dei soggetti immigrati. Avvenimenti come gli attacchi incendiari contro i campi delle comunità Rom e l’istituzione delle “ronde di quartiere” avevano già suscitato le amare reazioni della Comunità Internazionale che ha condannato, senza riserva alcuna, il dilagante razzismo tra i cittadini del “Bel Paese”.
Il varo immediato del cosiddetto “pacchetto sicurezza” viene proposto come panacea al latente disagio che travolge la popolazione italiana ma che origina non tanto dalla difficile convivenza con altre realtà culturali quanto dall’incertezza del futuro, dal tracollo economico, dalla spaventosa mancanza di servizi e infrastrutture, dalla totale assenza dello Stato tra le popolazioni vessate da organizzazioni criminali sempre più potenti e sempre più colluse con le istituzioni, fenomeni che spingono di volta in volta il Paese alla crescente “deriva democratica”. Il bisogno di “sicurezza” del popolo italiano è reale ma non può essere tradotto come “caccia al diverso”.
Nonostante si sia unito ai numerosi moniti provenienti da Strasburgo, un colossale discredito da parte della Comunità Mondiale verso l’Italia, il nostro governo procede cieco emanando una serie di leggi vergogna che colpiscono indifferentemente Costituzione, Dichiarazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo e Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia.
Il Decreto Maroni, sulla raccolta delle impronte digitali dei bambini Rom presenti in Italia, rappresenta il battesimo del razzismo legalizzato nel nostro paese.
Molti prefetti hanno già messo in opera questa pratica che non solo è inaccettabile sul piano culturale perché insabbia politiche di integrazione e solidarietà ma è altresì inaccettabile dal punto di vista giuridico e politico. Giuridico perché il censimento nei Campi Rom è una pratica già esistente da parte dei servizi sociali italiani che, oltretutto, sono spesso gli affidatari dei minori; politico perché, rivolgendosi in maniera improponibile e vergognosa ai bambini, presuppone con fermezza che essi siano i criminali di domani consentendo l’esercizio di un potere razzista e discrezionale su un unico gruppo di persone: le comunità Rom.
Manifestare il rifiuto di questo decreto è un dovere morale, civile e politico.