Vino Vino Vino 2012 - Parte seconda

2012-04-02 09:41:03
Mercoledì 13:09:35
Aprile 04 2012

Vino Vino Vino 2012 - Parte seconda

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“Parte seconda-23 marzo 2012
La prima volta al Vino Vino Vino :l’antefatto.“

Un invito ci coglie di sorpresa lungo il serpente d’asfalto che conduce dritto a Cerea:la richiesta di presenziare alla tradizionale cena inaugurale dell’evento “Vino Vino Vino 2012“ che si sarebbe tenuta nella storica “Trattoria Stazione“ in quel di Castel d’Ario. In macchina c’è entusiasmo:lo sparuto drappello di eno-gastronauti foggiani in marcia già pregusta il bagno di svariate umanità che lo attende....
....Più che una cena è un’orgia enoica. Decine di bottiglie,in ordine perfettamente casuale,sciamano sui tavoli. E’ un parossistico avvinare e scolare bicchieri per far posto al nettare sopravveniente. E’ un continuo rimodulare i sensi ora sulle fragranze di uno Champagne o di un Prosecco,ora sulle mineralità e sulla franchezza dei “bianchi“,ora sulla polposità e carnosità dei “rossi“. Nella copiosa cornucopia di piacevolezze enoiche dispensate a pieni calici e nel tripudio di recettori gustativi avvinti dal piacere, sono tanti i picchi emozionali:ricordo “a braccio“ i nettari di Thierry Germain,la cuvee “Le Salniers“ del Domaine de la Cadette,le bollicine della “Cuvee Fidele“ di Vouette et Sorbee . Troppi li ho dimenticati. Ma solo in due momenti il mio fraseggio interiore è stato ridotto al silenzio dell’estasi:con il Barolo Brunate-Le Coste 2008 di Giuseppe Rinaldi e con il “Sol“ di Ezio Cerruti. Giuseppe Rinaldi è la vera “star“ della serata. Pur nel suo eloquio sussurrato,nel suo fare quasi dimesso,promana dall’esile figura quasi un’aura di grandezza che soggioga tutti i presenti. Nelle sue creazioni c’è l’incarnazione dello spirito più autentico del vino “vero“,a cui tanti possono solo aspirare senza mai centrare. Perché l’essere tal quale all’avere è una questione esoterica. E’ uno stato di grazia dei fuoriclasse e degli artisti. Il suo Brunate-Le Coste 2008 è un Barolo paradigmatico. Dal suo bouquet intenso,complesso e minerale emergono note di piccoli frutti rossi e le tipiche fragranze di viola e fiori appassiti. Il vino sembra pronto,come quando ebbi la fortuna di berlo spillato dalla botte,con tannini già setosi:una progressione goduriosa nel segno della classe e della finezza. E che dire poi di Ezio Cerruti? Tempra da “vigneron“ adulto,come adulta è la sua sapienza e la sua cultura,ha nel “Sol“ la sua “creatura“ e lo si avverte da come ne parla. E’ Lui stesso,approssimatosi al tavolo,a raccontarci la tecnica di vinificazione del moscato. Prima che l’uva giunga a piena maturazione viene reciso il tralcio,quel tanto che basta a interrompere i flussi linfatici senza spezzare la continuità con la pianta ,e si procede all’appassimento dinamico nel vigneto. Il “contadino“ Cerruti ama l’idea che il luogo della trasformazione del grappolo sia la culla della sua crescita e non graticci,stuoie o ambienti appositamente predisposti. Il risultato è un bouquet affascinante che sa d’antico e che coniuga freschezza e note tostate. Un’autentica golosità!
Ma al di là della presunta verità dei vini,risplende la verità delle persone. Raramente ho visto visi così belli e luminosi . Non di quella bellezza artefatta dei trucchi e delle posture o banalmente spesa in lineamenti scultorei,ma di quella endogena che promana dai gesti e dall’empatia e che rimanda ai recessi più remoti dell’anima. Facce di uomini segnati dalle forze della natura. Visi di donne gravide di passione,seducenti e ammalianti. A tratti fra i tavoli sembrava levarsi un respiro comune,una voglia di tutti,un afflato collettivo di amore: ritrovavo,a tratti,il concetto di “prossimo“. E avrei voluto confidare ai presenti un intimo segreto:gli altri sono sempre stati gli ispiratori delle mie emozioni al punto che se la mia poetica potesse definirsi “fiume“ ciascuno di loro ne sarebbe stato un affluente di straordinaria portata. Solo convenzioni culturali e comportamentali ci impediscono di essere “uno“....(continua)

ROSARIO TISO
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