
Donata alla Camera l’opera - Il vaso di fiori- di Alik Cavaliere
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Roma: Lo scorso 22 Gennaio, il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha ricevuto i familiari di Alik Cavaliere, che hanno donato alla Camera l’opera “Il vaso di fiori“ (vetro, argento, resina) realizzata nel 1967 dall’artista, uno tra i più importanti scultori italiani del Novecento.
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, la moglie dell’artista, Adriana Cavaliere, la figlia, Fania Cavaliere Mantini, che ha tracciato un breve ritratto dell’artista e del suo percorso creativo, e il deputato Pierluigi Mantini.
Note biografiche e sullopera di Alik Cavaliere
Con Cavaliere, natura e cultura non sono più antagonisti: luna diventa la ragione dessere dellaltra. Mi pare che in poche opere dellarte contemporanea si possa ritrovare un riflesso altrettanto fedele delle leggi che strutturano il nostro universo sia cosmologico sia umano. (Arturo Schwarz, Alik Cavaliere, Electa 2008, p.228)
Alik Cavaliere (Roma 1926 ? Milano 1998) è uno dei grandi maestri dellarte contemporanea del secondo Novecento. Compie gli studi a Milano, presso lAccademia di Brera, sotto la guida di Manzù, Funi e Marino Marini, cui succede alla Cattedra di Scultura.
La sua poliedrica e sempre rinnovata attività mette capo ad alcuni cicli di opere che indagano ed elaborano il rapporto delluomo e dellartista con la natura, con gli altri, con i miti fondativi dellesistenza e della vita sociale. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, nascono i cicli dei Giochi proibiti, delle Metamorfosi, delle Avventure di Gustavo B., degli Arbres. Tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, epoca a cui risale lopera donata alla Camera dei Deputati, continua ad esplorare il tema delle vegetazioni, ispirato al De Rerum Natura di Lucrezio. Nel 1972 espone per la seconda volta alla Biennale di Venezia, presentando I processi dalle storie inglesi di W. Shakespeare, straordinaria e grandiosa installazione (7mx10mx10m), che sarà presto riallestita presso la Galleria dArte moderna di Valle Giulia a Roma. Negli anni Ottanta, perpetua la modalità delle grandi installazioni, realizzando i Percorsi, "dei labirinti, scrive lArtista, in cui potermi incontrare con leventuale visitatore/spettatore per poi perderci entrambi allinterno dellopera stessa”, ambientazioni che sono vere e proprie "stanze nelle stanze, labirinti intricati ed elaborati che propongono le tematiche eterne e sempre nuove del fare artistico: la memoria e il tempo (La memoria, 1987; La traccia, 1986; I giardini della memoria,1988?90, Il tempo,1987), il classico e la modernità (Le leggi eterne dellarte,1993), il "vero” e il "falso” , attraverso il confronto tra larte e la vita (loperazione di totale avanguardia proposta con i Surrodings,1963).
Artista originalissimo e refrattario a qualsiasi limitazione e definizione, ha perseguito nel suo lavoro la ricerca di sempre nuove forme di espressività, con un uso abilissimo e sapiente, ma di volta in volta concettualmente innovativo, delle tecniche della tradizione classica, rilette nel confronto con una pluralità inesauribile di materiali e uneccezionale fertilità ideativa.
Il "Vaso di fiori”, 1967, vetro, argento, resina, 95x39x43, lopera donata dalla famiglia alla raccolta di Montecitorio, è realizzata con lantica tecnica della cera persa e si inserisce a pieno titolo tra le opere mutuate dalla riflessione di Cavaliere sulle tematiche del poema di Lucrezio, dove il rigoglio illimitato della materia si intreccia con la sua inevitabile corruttibilità, come scrive Elena Pontiggia, nel Catalogo generale, p. 25, e dove il confronto con la natura lascia spazio alla questione dellimmagine, della realtà e dellirrealtà del soggetto dellopera, del "rapporto tra visione retinica e visione mentale, tra verità e illusione”, cosicché lArtista "rilegge insomma Lucrezio alla luce del surrealismo e il surrealismo alla luce di Lucrezio” (Ibidem).
(a cura del Centro artistico Alik Cavaliere)